Quando andai per la prima volta in Giappone, durante la mia visita ai templi, rimasi incuriosita da una lunga fila di giapponesi che attendevano pazientemente con un libricino in mano. Nei santuari più famosi si formavano file davvero lunghe e allora non sapevo quale fosse il motivo che li spingesse ad aspettare tanto tempo al freddo. Poi, un giorno, navigando su Internet finalmente scoprii l’arcano: erano tutti quanti in fila per ottenere il proprio Goshuin!
Il Goshuin (御朱印), letteralmente sigillo rosso, non è altro che un “timbro” apposto in un libretto a forma di fisarmonica chiamato Goshuinchō (御朱印帳). Questo attesta la visita del fedele in un determinato santuario o tempio e, in realtà, non si tratta affatto di un semplice timbro, ma è composto anche da caratteri scritti attraverso l’arte calligrafica.
Una cosa molto importante da notare è che i sigilli dei templi buddisti differiscono da quelli dei santuari shintoisti, quindi sarebbe opportuno munirsi di due Goshuinchō.
COM’È FATTO UN GOSHUIN
Goshuin Buddista:

In alto a destra troverete quasi sempre sempre la scritta hōhai 奉拝 (adorare/pregare) sotto la quale sta un timbro chiamato sangō (山号), prefisso onorifico posto nel nome del tempio. Se osserviamo i caratteri della parola sangō notiamo che questa è composta dal kanji di montagna 山 e quello di numero号, la motivazione è da ricercare nel passato, una volta infatti i templi venivano edificati in zone impervie e ancora oggi sono chiamati metaforicamente montagne. Nella foto, sopra al timbro c’è scritto Miyukiyama (深雪山), il monte nel quale si trova il tempio.
In basso a destra troviamo la data nella quale abbiamo ottenuto il goshuin nel formato anno/mese/giorno, ma se il giorno e il mese sono semplicemente scritti con i caratteri giapponesi, l’anno invece segue lo schema del calendario nipponico, quindi, al posto del 2019, troveremo scritto 令和元年 in cui 令和 indica l’era Reiwa cominciata con la salita al trono del nuovo imperatore, mentre 元年 significa “anno primo” in quanto, essendo l’abdicazione avvenuta nel 2019, ci troviamo nel corso del primo anno della nuova era.
Al centro generalmente sta scritto il nome della divinità adorata nel tempio, in questo caso Bhaiṣajyaguru, il Budda della medicina, mentre il timbro al di sotto della scritta in alcuni casi rappresenta il carattere sanscrito col quale era identificata la divinità.
A sinistra abbiamo il nome del tempio e il timbro che lo identifica.
Goshuin Shintoista:

In alto a destra troviamo ancora la scritta hōhai 奉拝 (adorare/pregare).
Al centro troviamo il nome e il timbro del santuario, mentre in alto potrebbero apporre altri timbri, i cosiddetti shinmon (神紋), letteralmente stemma del santuario.
A sinistra la data della visita scritta seguendo sempre il calendario nipponico delle ere.
COME OTTENERE UN GOSHUIN
Intanto dovrete comprare un Goshuinchō nel quale farvi apporre i sigilli, questi di solito sono in vendita presso i negozi dei templi/santuari. Assieme al libricino è possibile acquistare anche una custodia nel quale riporlo.

Una volta acquistato il vostro prezioso Goshuinchō, potrete recarvi nel santuario/tempio e cercare una delle seguenti scritte:
Templi buddisti: 御朱印所 (Goshuinjo)、朱印所 (Shuinjo)、納経所 (Nōkyōjo)
Santuari shintoisti: 授与所 (Juyojo)、社務所 (Shamujo)
Questi sono i luoghi nel quale potrete ottenere il vostro sigillo. È importante ricordare che, nonostante per i turisti questo possa sembrare un bellissimo souvenir da portare a casa, resta pur sempre qualcosa di sacro e come tale dovrete trattarlo quando lo richiederete.
Quando arriverà il vostro turno, dovrete consegnare, possibilmente porgendolo con entrambe le mani e facendo un leggero inchino, il Goshuinchō aperto alla pagina nel quale vorrete il timbro; in alcuni santuari potrete scegliere se acquistarne uno già stampato o se farlo scrivere direttamente su un foglio del vostro libro (in questo caso di solito è un po’ più costoso).

In genere, il monaco (nei templi) e la miko (nei santuari) apporranno le scritte davanti ai vostri occhi, in altri vi consegneranno un numerino col quale potrete ritirarlo in seguito. Per evitare che l’inchiostro sporchi le pagine attigue, metteranno sopra alla calligrafia un foglietto nel quale spesso è descritta, rigorosamente in giapponese, la storia del tempio/santuario.
Il costo è un’offerta che si aggira intorno ai 300¥ (meno di 3 euro al 31/12/19) o 500¥ (poco più di 4 euro al 31/12/19), ma per quelli in edizione limitata può arrivare anche oltre i 700¥.
VALE LA PENA OTTENERE I GOSHUIN?

Nonostante alla fine, nel caso in cui vogliate un sigillo per ogni tempio visitato, vi troverete a spendere una bella cifra, questi sono la cosa più autentica che possiate avere del Giappone.
Ogni volta che ne sfoglio le pagine ricordo ogni singolo momento, ogni preghiera, ogni persona incontrata e tutte le esperienze vissute. È come se tra quei segni ci fosse molto di più di una semplice scritta, come se ciascun Kami avesse impresso qualcosa di sé.

Questo è il primo Goshuin che ho fatto imprimere nelle pagine del mio Goshuinchō, il più importante, quello del Mozuhachimangu, il luogo del quale ho più volte parlato, il santuario di quell’ormai lontano giorno di pioggia.
